E' appena iniziato in commissione Giustizia, l'iter del disegno di legge che si propone di modificare alcuni importanti aspetti della disciplina dell'affido condiviso dei figli minori per i genitori divorziati.
I cardini della riforma saranno: la mediazione a supporto delle coppie in conflitto, i tempi paritetici di frequentazione dei figli con padre e madre, la realizzazione del mantenimento diretto e la lotta ad ogni forma di rifiuto genitoriale.
A spiegare il disegno di legge è il primo firmatario Simone Pillon. Punto chiave della riforma è il «piano genitoriale» attraverso il quale i genitori «programmeranno insieme un piano educativo per il figlio e si divideranno le spese». Spese «che non saranno al 50%, ma divise per capitoli, suddivise in base al piano genitoriale e attribuite a ciascuno dei genitori in base a criteri di proporzionalità». In questo modo secondo il proponente «verranno pagate direttamente le spese necessarie per il figlio» disinnescando criticità «che sorgono spesso sul tema del mantenimento». Infine è prevista la lotta all'alienazione genitoriale ovvero al rifiuto da parte del figlio di uno dei genitori. Nel caso ad avviso del senatore leghista potrebbe essere di aiuto la figura del coordinatore genitoriale, al fine di sostenere i bambini e mantenere il loro diritto ad avere rapporti sereni con papà e mamma. «In questa proposta - chiosa Pillon - le relazioni coniugali non vengono affrontate, interessano solo se hanno una ricaduta sul minore». Si tiene a precisare che la proposta di legge «non vuole favorire i padri o le madri, ma unicamente i minori. Il minore non deve essere infatti costretto a scegliere tra uno dei due genitori». Il primo incontro con il mediatore familiare sarà gratuito. Poi, nelle sedute successive, l'onorario sarà fissato da tabelle ministeriali «rigidissime» (l'Albo nazionale dei mediatori sarà tenuto presso il dicastero della Giustizia). Per quanto riguarda l'affido, in particolare, «dovrà essere condiviso con tempi paritari tra padre e madre le parti potranno derogare da questa decisione di legge se hanno una visione comune, se i genitori invece non riescono a trovare un accordo il giudice non potrà scegliere la madre o il padre, ma dovrà puntare a un affido condiviso», spiega nel dettaglio Pillon.
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